Charlie Kirk, il martire inesistente
L’assassinio del 10 settembre non ha scosso solo l’america di Donald Trump, cosa è successo e cosa ne consegue?
Charlie Kirk, volto molto noto dei conservatori statunitensi e fondatore di Turning Point USA, alle 12 e 23 del 10 settembre 2025 viene colpito da un proiettile al collo e cade a terra durante uno dei suoi “Prove me wrong”.
Poco prima di morire, e di diventare “famoso” anche ai meno attenti degli europei, Charlie Kirk stava dibattendo sul tema delle stragi con armi da fuoco con uno studente della Utah Valley University nella prima tappa autunnale del suo American Comeback Tour.
Il 31enne conservatore era appena entrato nel vivo del suo show che avrebbe toccato altri 10 campus universitari negli Stati uniti. Nella mente di Charlie Kirk il canovaccio era il solito previsto dal suo “Prove me wrong” in cui voleva mettere in campo le sue capacità nel “dibattito” per “sconfiggere i liberali” pronti a contestare le sue opinioni davanti a migliaia di persone tra il pubblico e milioni di follower online.
Con indosso una maglia nera con la parola “freedom” scritta in nero, aveva appena scaldato il pubblico composto da 3000 persone (molti ammiratori e pochi aspiranti avversari) lanciando i cappellini rossi con la scritta “Make America Great Again” o con il “47” dorato, due simboli per celebrare il 47° presidente degli Stati uniti Donald Trump. Dopo il bagno di applausi, come da copione, si è seduto sotto il tendone con la scritta “Prove me wrong” per iniziare il dibattito allo Utah Valley University. Ma quali sono state le ultime parole di Charlie Kirk?
Spettatore prende il microfono:
“Sai quanti transgender americani sono stati autori di sparatorie negli ultimi 10 anni?”
Charlie Kirk sorride:
“Troppi!”
Mentre il pubblico applaude e acclama Kirk, lo spettatore riprende la parola:
“Cinque. Sai invece quanti autori di sparatorie ci sono stati in America negli ultimi 10 anni?”
Charlie Kirk riprende il microfono e risponde:
“Contando o non contando la violenza delle gang?”
All’improvviso si sente un botto, Charlie Kirk barcolla all’indietro mentre il sangue gli sgorga dal collo sulla maglietta bianca su cui ha scritto “libertà”. Mentre si alzano le urla di terrore, cala il sipario sul “Prove me wrong”.
Nutro rispetto per la vita ma nelle lettere nella crisi climatica mi piace parlare con te della forza delle narrazioni e dello storytelling, per questo ho iniziato a interessarmi dell’assassinio di Charlie Kirk alla prima levata di scudi della destra internazionalista. Qualcuno lo ha definito un “martire”, una parola forte con cui si definisce una persona che è stata sottoposta a pene corporali o violenze tali da provocarne l’uccisione per aver testimoniato la propria fede e i propri ideali nonostate una persecuzione. Per me però più che di un martire dovremmo parlare di un “martire inesistente”.
Mi chiedi perchè? Ora te lo racconto ma prima chiediamoci chi è sto Charlie Kirk.
Chi è Charlie Kirk?
Charlie Kirk è nato nell’Illinois il 14 ottobre 1993, più precisamente Arlington Heights, un sobborgo che si trova a circa 40 km a nord-ovest dalla downtown di Chicago. Secondo quello che ha raccontato lo stesso Charlie Kirk, da sempre è stato un attivista conservatore a supporto dei repubblicani. Nel 2010, quando ancora frequentava il terzo anno della Wheeling High School (equivalente al penultimo anno delle scuole superiori italiane) fece da volontario nella campagna elettorale di Mark Kirk per il senato degli Stati uniti.
Magari te lo stai chiedendo, i due Kirk non sono imparentanti e anzi erano abbastanza diversi, almeno per quanto lo possono essere due repubblicani. Se Mark Kirk viene definito come un moderato (è stato il secondo senatore repubblicano a supportare i matrimoni tra persone dello stesso sesso), il nostro Charlie Kirk è sempre stato un conservatore radicale. Ma come è diventato la star del MAGA? No, non è perché suo padre era uno degli architetti coinvolti nella costruzione della Trump Tower.
Charlie Kirk è stato infatti fondamentale per l’ascesa di Donald Trump tra i giovani elettori, tanto che è stato soprannominato il ““youth whisperer” della destra. Kirk aveva uno spiccato talento per l’intrattenimento ed incarnava quelle parole preziose per l’Alt-right americana come patriottismo, populismo e nazionalismo cristiano.
L’articolo di Charlie Kirk su Breitbart News
Se c’è un momento fondamentale per capire parabola della vita di Charlie Kirk, questo è la pubblicazione del suo primo articolo dal titolo “Liberal Bias Starts in High School Economics Textbooks” su Breitbart News.
Charlie Kirk accusa i libri di testo di economia delle scuole superiori per diffondere il “pregiudizio liberale”. Si tratta di uno schema che abbiamo visto più volte a partire proprio da quegli anni: Kirk ricorda di come il sistema di istruzione pubblica dovrebbe essere un luogo dove poter “imparare senza alcuna forma di faziosità” e che invece le “nostre aule” si stanno lentamente trasformando in “aule politiche” con “insegnati che fungono da pedine per promuovere il liberalismo e l’uguaglianza”.
Poi affermava che questi libri contenevano “distorsioni storiche, fattuali e statistiche” con “generalizzazioni radicali” come “quasi tutti i macroeconomisti ora concordano…” senza alcun supporto di citazioni. Anzi Charlie Kirk trova preoccupante leggere che “l’economia dell’offerta” promossa da Reagan sia respinta da questi ricercatori in economia. C’è chi ha già fatto il debunking del primo articolo di Charlie Kirk su Breitbart News ma vorrei farti vedere due punti fondamentali su cui si muove Kirk: 1. pretende obiettività da un libro di testo; 2. accusa gli autori di demonizzare il “Reaganomics”.
Prima di tutto c’è da dire che nessun libro, testo, videogioco, fumetto, manga, post social (o qualsiasi altra cosa) è privo di giudizi, pregiudizi o idee anche politicamente orientate. Non viviamo in un contesto neutro o non possiamo uscire totalmente fuori dal nostro corpo, dalle nostre emozioni e dalle nostre esperienze. Ad esempio se questo tempo che ci prendiamo insieme si chiama “Lettere nella crisi climatica” qualcosa vorrà pur dire, altrimenti lo avrei chiamato “Lettere sulla riduzione delle emissioni e la preparazione agli effetti dei cambiamenti climatici”.
Al di là di questo, un testo è costruito sulla base di selezioni ed enfasi delle informazioni che si fondono con l’esperienza, il giudizio e l’obiettivo dell’autore, ciò serve per arricchire i punti di vista e produrre dibattito. L’affermazione di totale obiettività portata avanti da Charlie Kirk però annienta il dibattito stesso ed è un argomento retorico che suggerise che qualcuno sta cospirando per non informarli su altro, anche se gli autori non hanno demonizzato nessuna teoria (però devi aver letto il libro incolpato per saperlo).
Ed ecco dove sta il gioco, Kirk è un ragazzo brillante che rivendica una conoscenza speciale che non viene condivisa al grande pubblico. Charlie Kirk non si lascia abbindolare, lui non si sente come gli altri compagni di classe che “accettano” ciò che è scritto nei libri di testo come “verità” (che poi magari semplicemente non gliene fregava c***i). Charlie insomma non era uno che si faceva prendere in giro ed era a conoscenza di altri punti di vista tanto da citare la conclusione del Cato Institute dal titolo “Supply-Side Tax Cuts and the Truth about the Reagan Economic Record”: “By the end of the Reagan years, the American economy was almost one-third larger than it was when they began”.
Allora, pensala come la vuoi ma le cose vanno lette almeno con un pizzico di spirito critico e facendosi due domande, altrimenti rischiamo di metterci nella posizione di vole scegliere quale “religione” è più affine al nostro spirito. Cos’è sto Cato Institute? Si tratta solo di un punto di vista divergente? Bene, si tratta di un Think Tank privato che ha una posizione netta sul ruolo limitato per il governo negli affari interni ed esteri, tutto a favore di una piena economia di mercato. Al momento della sua creazione, due anni prima di prendere questo nome nel 1976, si chiamava Charles Koch Foundation in onore del suo fondatore: l’imprenditore miliardario Charles Koch. Questo nome ritornerà più avanti nella nostra storia.
L’articolo su Breitbart News è uno dei momenti fondanti della carriera di Charlie Kirk perchè negli Stati Uniti “liberali e liberisti”, dove il “socialismo” spesso è l’equivalente di una bestemmia, afferma che i libri di economia che usano i giovani sono un microcosmo di indottrinamento portato avanti da “professori sindacalizzati” che demonizzano la libera impresa sostenendo un governo verticistico, la spesa in deficit e la lotta di classe. Se fosse stato Berlusconi avrebbe detto “Siete ancora, come sempre, dei poveri comunisti!”. L’aspetto interessante dell’articolo di Charlie Kirk è però la sua conclusione:
“The continuation of this propaganda will create a youth so misinformed and clueless that they will have no choice but to turn to the government. And that is exactly what the liberals want”.
Ed è qui il punto di torsione di un pensiero pubblicamente e politicamente schierato a destra: si accusano i “comunisti” (intesi come tutti quelli che non la pensano come loro) di voler statalizzare tutto salvo poi massimizzare i controlli dello Stato per far si che si preservi una specifica ideologia conservatrice. Perchè ricordiamoci che Trump è il presidente degli Stati Uniti e che i suoi amici che hanno paura della “diversity & inclusion” controllano l’economia globale. Mi sembra siano stati i primi a cancellare dati e informazioni o a fare da cassa di risonanza a chi la pensa come Charlie Kirk.
Anzi, lo stesso Kirk, che si è lamentato di essere perseguitato in quanto “libero pensatore”, attraverso Turning Point USA ha dato vita alla “Professor Watchlist” per segnalare professori che “discriminano gli studenti conservatori” e “promuovono la propaganda di sinistra” in classe, una lista di controllo in stile McCarthy (colui che diede vita al Maccartismo e alla persecuzione da parte dello Stato di chiunque fosse ritenuto “comunista”).
Comunque già di suo Breitbart News è un sito web controverso fondato dal commentatore conservatore Andrew Breitbart nel 2007 per aggregare notizie, opinioni e commenti dell’Alt-Right americana. Dopo la sua morte prematura nel 2012, la direzione del sito passò a Steve Bannon che ha portato avanti una significativa radicalizzazione sostenendo attivamente la campagna presidenziale di Donald Trump nel 2016.
Come Charlie Kirk è diventato Charlie Kirk
Il suo “risveglio” conservatore è avvenuto durante la presidenza di Barack Obama mentre il mondo affrontava gli effetti della crisi finanziaria del 2008. Nel 2010 ha guidato una protesta studentesca contro un aumento di prezzo dei biscotti della mensa scolastica, definendolo un’ingerenza eccessiva del Governo.
Charlie Kirk nel 2012 fece il suo debutto televisivo in diretta su Fox & Friends, da molte e molti visto come il momento che ha dato il via alla sua ascesa semplicemente perchè era una voce contraria ad Obama che all’epoca aveva il sostegno indiscusso delle e dei giovani. Per molti conservatori era un ragazzo della periferia di Chicago che diceva qualcosa di diverso.
In quell’occasione accusava l’amministrazione Obama di lasciare alla sua generazione centinaia di migliaia di dollari da pagare attraverso interessi, tasse elevate e un’economia stagnante. Allo stesso momento affermava che lui e una grande varietà di giovani avevano difficoltà a trovare un lavoro estivo a causa di quella che chiama “l’economia di Washington”: debito elevato, piccole imprese con una regolamentazione più severa e tasse elevate. Per poi concludere che lui e SOS Liberty vogliono solo ripristinare il libero mercato perchè non è una “questione tra repubblicani e democratici” ma una “questione generazionale”.
Commentando il fatto anni dopo, mentre si vantava di essere un “ribelle nel cuore” sempre a Fox & Friends, lo stesso Charlie Kirk dichiarò che all’epoca contattarono diversi media dicendo di essere “un gruppo di ribelli delle scuole superiori” e che loro hanno risposto “Ehi, potete parlare più in generale di Obama e del perché non sostenete Obama?”. In un periodo in cui ci sono delle persone che dicono che “boicottare” o “bloccare” non serve a nulla, l’aspetto divertente è notare come la storia di Charlie Kirk è nata proprio da un invito a boicottare e protestare per l’aumento del prezzo di un biscotto da 25 a 50 centesimi.

Tra l’altro il boicottaggio in parte funzionò e vennero introdotti biscotti più economici, anche se alcuni studenti dissero che erano più piccoli e meno gustosi di quelli originali. Altri ex compagni di classe di Kirk hanno avvermato che quell’episodio è stato più uno scherzo che un azione politica seria, eppure quella prima occasione ha aperto la finestra di opportunità a Charlie di iniziare a cavalcare il sentimento “anti-establishment” dell’Alt-Rigth americana.
Charlie Kirk e Turning Point USA (TPUSA)
Charlie Kirk però non era un “bimbo prodigio” o un “talento che si è costruito da solo”, al massimo può essere definito un progetto o una sceneggiatura ben scritta dalla destra americana. Quel progetto che viene imputato a Charlie Kirk e che porta il nome di Turning Point USA (TPUSA) in realtà è frutto di una rete di persone più anziane di decenni e più ricche di milioni di dollari.
Nel 2012, quando Kirk aveva ancora 18 anni e frequentava il primo anno dell’Harper college, incontra Bill Montgomery, un personaggio che cambierà drasticamente il futuro di Charlie. Dopo averlo visto in azione, Bill Montgomery gli propone di lasciare il college e di fondare insieme Turning Point USA per promuovere il punto di vista dei conservatori e degli “anti-woke” tra i giovani.
Eccolo qui… Bill Montgomery, lo sceneggiatore della vita di Charlie Kirk, o meglio la sua eminenza grigia. Nato nel 1940 in Nebraska, Montgomery aveva 72 anni quando incontra Charlie ed era un’attivista di spicco del “Tea Party”, uno schieramento conservatore a difesa del libero mercato che si è diffuso in reazione agli interventi di George Bush e Barack Obama per salvare le banche dopo la crisi del 2008.
Quando sentiamo urlare al complotto woke o sinistrorso e dire quanto quel ragazzo dal sorriso perfetto e dal volto che sembra uscito da un libro per la scuola, forse ci dovremmo insospettire. Montgomery è rimasto certamente nell’ombra ma è anche stato il tesoriere, lo stratega e il mentore di Turning Point USA tanto quanto di Charlie Kirk.
Il 18enne Charlie Kirk non ha avuto l’idea di Turning Point, non è stato l’attivista “autodidatta” bensì il 72enne ben inserito nella rete dei conservatori. È stato Bill Montgomery a dire cosa fare a Charlie Kirk, ed è stato sempre lui a metterlo nei contesti e nelle situazioni in cui giravano i soldi dell’Alt-Right americana, come alla Convention Nazionale Repubblicana di Tampa del 2012 dove incontrò i potenziali (ricchi e vecchi) donatori.
In questo modo Charlie Kirk, e con lui Turning Point USA, è stato inserito nella stessa macchina che finanzia tutti i Think Tank di destra o dei gruppi che vengono finanziati con fondi occulti: la rete di donatori e sostenitori composta dalla famiglia di Charles Koch (oh toh, eccolo qui di nuovo!), DonorsTrust, FreedomWorks, e da fondazioni come Bradley e DeVos. Charlie Kirk è un esperimento di laboratorio nato in una provetta: trova un volto giovane e disponibile a rappresentare i conservatori, dagli degli argomenti di discussione, circondalo di donatori e supporter della vecchia guardia repubblicana, promuovilo nei media come il “futuro dei conservatori”. Oppure è solo un caso che nel 2016, quando Donald Trump ha corso per diventare il 45° presidente degli Stati Uniti, il tesoretto di Turning Point USA è passato da 50 mila dollari a oltre 5 milioni?
Lo stesso Kirk nel 2019 è diventato il presidente degli “Students for Trump” per mobilitare i giovani nel fallito tentativo di rielezione di Trump nel 2020. Non contento Charlie Kirk ha poi organizzato, senza partecipare, le proteste “Stop the Steal” che hanno portato all’insurrezione violenta ai danni di Capitol Hill. Non si è dato assente neanche per la campagna di Trump del 2024 e con il tour “You’re Being Brainwashed” di Kirk ha visitato 25 campus universitari per aumentare l’affluenza della generazione Z, mentre il tour “Courage” di Turning Point Faith (associazione parallela di stampo religioso) ha collaborato con i leader evangelici per inquadrare le elezioni come una battaglia spirituale.
La posizione di Charlie Kirk sulle principali questioni politiche
Punto di riferimento dei repubblicani, Kirk ha costruito la sua carriera promuovendo disinformazione, retorica divisiva e teorie del complotto (tra queste rientrano le accuse di broglio elettorale durante le elezioni presidenziali negli stati uniti che portarono all’insediamento di Joe Biden e all’assalto al campidoglio da parte dei sostenitori di Donald Trump).
In particolare Kirk ha promosso quella che viene definita come “teoria del marxismo culturale” che vede il marxismo occidentale, in particolare la Scuola di Francoforte, come responsabile dei moderni movimenti progressisti, delle politiche identitarie e del politicamente corretto (il cd wokeismo). La teoria del marxismo culturale ritiene che ci sia un enorme lavoro segreto da parte dell’accademia e degli intelletuali intenzionalmente volto a sovvertire la soccietà occidentale con una “guerra culturale pianificata” chmina i “valori cristiani” del conservatorismo. Nulla di nuovo mi verrebbe da dire, ma abbiamo visto un assaggio nell’articolo di Charlie Kirk su Breitbart News. Questa è stata la base su cui ha costruito tutto quello che voleva dire su:
Identità di genere
Charlie Krik ha sempre criticato l’esistenza di diritti delle persone persone queer e ha fatto appello ai cristiani conservatori che temevano la crescente accettazione della comunità LGBTQ+ negli Stati uniti. Critico anche della seprazione tra stato e chiesa, nel 2021 ha fondato TPUSA Faith “per unire la Chiesa attorno alla dottrina primaria ed eliminare il wokeismo”. Durante un evento TPUSA, ha paragonato l’identità trans al blackface.
“Un uomo che si definisce trans indossa una ‘faccia da donna’, non diversamente da come io indosserei una maschera nera cercando di essere una persona di colore. È assumere un’identità che non è la tua”.
Controllo delle armi
Ironia della sorte, Charlie Kirk era un forte sostenitore del diritto alle armi e alla liberalizzazione del possesso. In un evento del 2023 ha difeso il secondo emendamento come mezzo fondamentale per “difendersi da un governo tirannico”. Anche se riconosceva l’impossibità di evitare le morti da arma da fuoco in una società piena di persone armate, riteneva che il costo delle vite umane fosse minore dei benefici che si hanno nella libertà di detenere armi. Anzi, era fiducioso nel fatto che l’unico modo per ridurre la violenza con le armi da fuoco era quello di mettere le armi nelle mani di più americani.
“Dobbiamo anche essere realistici. Dobbiamo essere onesti con la popolazione. Avere cittadini armati ha un prezzo, e questo fa parte della libertà... Ma penso che ne valga la pena. Penso che valga la pena pagare il costo, purtroppo, di alcune morti per arma da fuoco ogni anno, in modo da poter avere il Secondo Emendamento“.
Razzismo
Charlie Kirk riteneva che il Civil Rights Act del 1964 fosse una forza distruttiva nella politica americana. Si tratta di una legge federale degli Stati uniti approvata dopo le proteste guidate, tra gli altri, da Martin Luther King e Malcom X che dichiarò illegali le disparità di registrazione[nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale delle persone nere.
Il provvedimento rientra nella categoria dell’ affirmative action, un insieme di politiche e azioni volte a contrastare la discriminazione storica e promuovere la partecipazione di gruppi sottorappresentati. Queste tipologie di provvedimenti fanno spesso parte delle strategie di Diversity & Inclusion (DEI).
Detto ciò non stupisce che Charlie Kirk riteneva il Civil Rights Act un “errore” che si è trasformato in “un’arma contro i bianchi”. Kirk, oltre a incolparlo per l’approvazione della legge, ha definito Martin Luther King come una persona “terribile” perchè incarna quella che definiva come “l’ossessione dell’America per la razza. Durante un acceso scambio di opinioni nel programma Surrounded di Jubilee, ha anche affermato che i neri stavano “meglio” negli anni ‘40 e che qualcosa è cambiato dato che “commettevano meno crimini”. Concludendo anche con la frase “l’america nera è peggiore di quanto sia stata negli ultimi 80 anni”.
Queste sue “opinioni” si intrecciano con la battaglia contro la DEI, con cui spesso si è lasciato in commenti razzisti come “Se vedo un pilota nero, penso: ‘Cavolo, spero che sia qualificato’”. Nel suo programma radiofonico, ha anche affermato che Joy Reid, Michelle Obama, Sheila Jackson Lee e Ketanji Brown Jackson erano “scelte di azione affermativa”.
“Le donne di colore non hanno la capacità intellettuale per essere prese sul serio. Dovevano rubare il posto a una persona bianca per essere prese in qualche modo sul serio”.
Antisemitismo
Charlie Kirk è stato ripetutamente accusato di antisemitismo anche da altri conservatori. Spesso si è mostrato sostenitore della “teoria della sostituzione”, una teoria del complotto secondo cui le persone di origine ebraica stanno cercando di sostituire i bianchi americani con immigrati “non bianchi”.
In questo senso ha accusato filantropi ebrai di fomentare “l’odio anti-bianco” sostenendo ad esempio cause liberali antirazziste come il movimento Black Lives Matter (queste sono un pò le vibes italiane di quando si tirava in ballo Soros su tutto), collegandolo con l’altra teoria del marxismo culturale. Oltre a ciò ha accusato le persone di origine ebraica di controllare “non solo le università, ma anche le organizzazioni no profit, i film, Hollywood, tutto”.
Qui c’è un altro “punto di torsione” tipico per chi fa politica e si professa pubblicamente a destra: gli alleati di Charlie Kirk lo hanno difeso dalle accuse di antisemitismo evidenziando come lui stesso ha difeso le azioni di Israele a Gaza. Anzi lo stesso Netanyahu lo ha commemorato come “un amico coraggioso di Israele” che “ha difeso con forza la civiltà giudaico-cristiana”.
Islam
Charlie Kirk è il simbolo di come il sentimento anti-arabo sia forte e radicato nelle cosidette culture occidentali. Kirk definiva l’Islam un pericolo per gli Stati Uniti perchè minaccia la libertà degli americani. Kirk in vista delle primarie per la carica di sindaco di New York City, ha anche associato Zohran Mamdani, persona musulmana e vincitore delle primarie democratiche, ad Al Qaeda e all’11 settembre, cercando di collegarlo a quell’attacco terroristico. Il problema però è che l’11 settembre per Mamdani, e molte altre e altri come lui, ha fatto si che venisse etichettato come “altro” a causa della sua religione e che venisse maggiormente discriminato a partire da quegli eventi.
“Importare milioni di musulmani è un suicidio per la nostra civiltà. L’Europa deve fermarsi o morirà. L’islam non è compatibile con la civiltà occidentale”.
Cambiamenti climatici
Anche se i cambiamenti climatici rappresentano una delle priorità tra i giovani elettori conservatori, Charlie Kirk ha sempre respinto ogni tipo di preoccupazione circa la crisi climatica e ha affermato che non esiste un consenso scientifico sul riscaldamento globale. Nel 2024 ha espresso la sua opinione sul fatto che i cambiamenti climatici rappresentino o meno una minaccia esistenziale per l’umanità descrivendo questa affermazione come “assulutamente priva di senso, una sciocchezza e una fesseria”. Come ogni bravo negazionista climatica ha costantemente sostenuto l’importanza dell’estrazione e dell’uso di combustibili fossili.
“Prima di tutto, la scienza non ha un consenso. Questa è una cosa molto importante. Giusto? La scienza non dice nulla. Sono gli scienziati a dire le cose. Ok? La scienza non parla mai. La scienza è silenziosa. Questa è una cosa positiva che potrebbe applicarsi a tutto. Sono gli scienziati a dire le cose. E gli scienziati, come abbiamo imparato durante il COVID, durante i lockdown, durante i vaccini, possono dire molte cose diverse con i dati. Ora, ripeto, il riscaldamento globale non ha un consenso come la seconda legge della termodinamica.”
L’assassinio di Charlie Kirk, perchè è morto?
Tyler Robinson, studente di 22 anni dell’Utah, è la persona accustata di aver sparato e ucciso a Charlie Kirk con un proiettile alla gola. Secondo le ricostruzioni Tyler dovrebbe essere la persona che hanno ripreso correre sul tetto del Losee Center dell’Utah Valley University, a circa 150 metri dal luogo in cui Kirk stava parlando. Nonostante le accuse di Trump, dell’Alt-Right americana e diversi esponenti della destra internazionalista (come la nostra Meloni e il solito Salvini), l’omicidio non sembrerebbe riconducibile all’estrema sinistra.
Chi è Tyler Robinson?
Tutte e tutti si domandando chi è Tyler Robinson e perchè ha ucciso Kirk, quale fosse il suo movente al di là delle speculazioni politiche. Di Tyler Robinson si sa ancora ben poco e l’FBI sta cercando di ricostruire il suo profilo anche attraverso le testimonianze di amici e conoscenti.
Per certo sappiamo che Tyler è cresciuto in un sobborgo dello Utah e apparentemente sembra lo stereotipo del perfetto ragazzo americano, proprio come Charlie Kirk. Si dice che Tyler Robinson vivesse in una famiglia unità, ben inserita nella comunità e che eccelleva a scuola così da ottenere una ricca borsa di studio per la Utah State University. Dopo il primo semestre però abbandona l’università per iscriversi al Dixie Technical College di St George dove al momento frequentava il terzo anno. Se confermato, Tyler Robinson avrebbe fatto ritorno alla Utah State University solo per uccidere Charlie Kirk.
Da qui la narrazione si fa, ipoteticamente, meno lineare perchè amici e conoscenti lo dipingono come un ragazzo timido, introverso, riservato, tranquillo, (più altri mille mila aggettivi per dire che voleva stare per i fatti suoi), che amava i videogiochi e parlava poco di politica anche se proveniente da una famiglia repubblicana pro-Trump. Ancora non è certo come la pensasse Tyler Robinson, in molti dicono che almeno fino al 2020 era un forte sostenitori di Trump (quindi fino a quando ha frequentato le High School), mentre altri hanno accennato di un avversione manifestata durante una cena di famgilia in cui definì Kirk una persona “piena di odio e che diffondeva odio”.
Su questo vedremo come si evolverà il processo. Il 16 settembre 2025 si è tenuta l’udienza preliminare, dove Tyler Robinson è apparso è apparso in diretta streaming dalla prigione della contea dello Utah con un un indumento monopezzo resistente agli strappi indossato dai detenuti per impedire loro di suicidarsi.

Perchè Tyler Robinson ha ucciso Charlie Kirk?
In prima battuta l’attenzione degli investigatori si è concentrata sulle incisioni trovate sui proiettili ma non è bastato a determinare un possibile movente per Tyler Robinson. Sui proiettili vi erano incisi dei messaggi che sono riconducibili alla cultura pop, ai meme e ai videogiochi: “hey fascista, beccati questo”, “se leggi questo sei gay, ah ah ah”, “Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao” e una serie di freccette che indicano i comandi del Joystick.
In tutti i modi si è cercato da subito di collegare l’omicidio con l’estrema sinistra eppure Charlie Kirk è stato spesso nel mirino di frange ancora più radicali di lui. Il terreno dello scontro potrebbe giocarsi all’interno di tensioni della stessa estrema destra ma l’omicidio di Kirk ci sta insegnando che nella società nella crisi climatica la politica contemporanea si muove sempre di più nel terreno della cultura pop, dei meme e del linguaggio dei videogiochi. I simboli e le frasi sulle pallottole sono infatti dei riferimenti che provengono dalla cultura digitale e videoludica ma anche da universi seriali partoriti da mamma Netflix & co che creano linguaggi condivisi tra chi frequenta questi spazi.
Ad esempio le frecce rappresentano i comandi usati in Helldivers 2, mentre “Bella ciao” in America non ha il significato che gli attribuiamo noi italiani: la canzone diventata famoso a livello mondiale con la Casa di carta in realtà è parte integrante della trama di Far Cry 6. Mentre su Tik Tok “Bella ciao” è spesso usata per accompagnare le clip delle partite su Call of Duty. Altre frasi e modalità di comunicazione invece sembrano riconducibile all’universo dei meme e al trolling sui social.
Nel dibattito sulla posizione ideologica di Tyler Robinson qualcuno lo ha associato al movimento dei Groyper, un movimento di estrema destra con posizioni più radicali di Kirk che si è originato e sviluppato online a partire dal 2019. I Groyper sono sono una sub-cultura dell’Alt-Right americana che si caratterizza per una tendenza all’isolazionismo anti-sociale, all’aggregazione su piattaforme online e allo sviluppo di un linguaggio che attinge dalla cultura dei videogiochi, della viralità social e della cultura digitale.
Quel che resta dopo Charlie Kirk, un martirio inesistente
Il 21 settembre 2025 si sono tenuti i funerali di Charlie Kirk nello State Farm Stadium di Glandale, in Arizona. Essendo uno dei più importanti attivisti per Trump il governo ha voluto un enorme, coreografica e partecipata cerimonia che sembra più una beatificazione politica e non un funerale.
Charlie Kirk è stato il simbolo di come “l’anti-establishment” si è fatto establishment saldano il proprio potere grazie a una cosmogonia di influencer e “intellettuali” di partito. Non sono qui a commemorare o denigrare la sua morte. Certo, non auguro a nessuno di morire come Charlie Kirk ma lui stesso ha liquidato l’empatia come un’idea dannosa o una parola inventata e non perdeva occasione per accusare “la sinistra”:
“La cultura dell’assassinio si sta diffondendo nella sinistra. La sinistra è trascinata in una frenesia violenta. Ogni risultato negativo, che sia la sconfitta a una elezione o in tribunale, giustifica una risposta massimalista”
Parto da questa citazione perchè è stata ripresa proprio da Trump durante il funerale dove ha detto:
“Kirk patriota e martire per la verità, ucciso dalla retorica della sinistra radicale. Per anni, la sinistra radicale ha paragonato grandi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori criminali e assassini di massa del mondo. Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo che stiamo vivendo”
Con il processo ancora in corso e molti indizi che sembrano andare da tutt’altra parte, Trump ha accusato la retorica della “sinistra radicale” di aver cotrnibuito all’omicidio di Charlie Kirk. Senza mezzi termini Trump ha definito Charlie Kirk come un “martire della verità e della libertà”.
Un martire però è una cosa seria, è qualcuno che è stato ucciso per i propri ideali e che ha resistito a una persecuzione. Con Charlie Kirk siamo più che altro davanti a un martire inesistente, prendendo in prestito qualche parola da Italo Calvino. Charlie Kirk era infatti un personaggio di spicco dei conservatori repubblicani, un progetto a lungo termine del movimento del Tea Party e anche la sua morte ha giocato un ruolo fondamentale nella radicazione del potere repubblicano. Charlie Kirk ha vissuto con un ruolo e la sua stessa morte si è risolta nel ruolo che era stato immaginato per lui come nella migliore delle sceneggiature. Trump ha risignificato la morte di un individuo per giustificare tutte le azioni che sta portando avanti e con cui sta dividendo un Paese.
Le memoria collettiva di Charlie Kirk ha però mostrato che i tributi bipartisan (“non ero d’accordo con lui ma…”) hanno normalizzato opinioni che in ogni caso estremiste. Nel frattempo, mentre la linea di confine del “politicamente legittimo” si sposta, dovremmo stare in allerta per tutti i vari influencer che prenderanno il posto di Kirk. A far paura, inoltre, sono gli effetti in Italia dove già in molti lo prendono come esempio da seguire, come nel caso di Salvini e Vannacci nella Lega.
Qualcuno infine, come la presidente del Consiglio Meloni, lo ha ricordato per la sua capacità oratoria nel dibattito perchè sconfiggeva i radical chic con una “logica non mainstream. Hai visto le sue citazioni ma il problema è lo stesso “Prove me wrong”: sembra partitorito dalla cultura digitale della società nella crisi climatica, non è altro che un meme che ha preso vita. Tutto l’impianto nasce dall’idea che gli altri dovevano provare che Charlie Kirk fosse nel torto, dovevano fargli cambiare idea come nel meme “Change my mind”.
La stessa dinamica del “Prove me wrong” sembra pensata per trollare gli sfidanti. Charlie Kirk era sempre in una zona di comfort e aveva potere sulla situazione:
semplificava e distorceva le posizione degli avversari per attacarli più facilmente
usava statistiche (spesso false) che preparava prima degli incontri
bombardava di affermazioni l’avversario che si trovava li quasi per caso
preparava prima la traccia delle sue argomentazioni mentre i o le giovani dovevano improvvisare
Il tutto ovviamente era ripreso a favore di telecamere con lo scopo di umiliare e trollare i terribili “woke” con lo scopo di reclutare nuovi giovani repubblicani. E se Charlie Kirk si fosse trasformato in meme per farsi uccidere da meme? Forse quello di Charlie Kirk, come ha detto Ferdinando Cotugno, è davvero il primo omicidio memetico della storia.
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