Riflessioni di agosto: Potere, Olimpiadi e altre Fake News
Si dice che il “caldo dà alla testa” in quanto accende gli animi, altera l’umore e provoca deficit di concentrazione, ma non può essere la spiegazione a quello che abbiamo visto durante l'estate!
Ciao! Non vi scrivo da prima delle elezioni europee ma sono successe tante, tantissime, anzi troppe cose da raccontare per capire la nostra società nella Crisi climatica.
Ad esempio a Roma nell'ultimo mese si sono registrate temperature fino a 38 gradi percepite per cui la Protezione Civile ha emesso un’allerta di rischio massimo e la Regione Lazio ha limitato le attività all’aperto nelle ore più calde. Similmente, dopo un periodo di forti piogge, eventi alluvionali e grandinate nel Nord Italia, si temono le ondate di calore anche in città come Milano.
Il termine ondata di calore indica un periodo prolungato di condizioni meteorologiche estreme, caratterizzato da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali. Le cause di un caldo anomalo possono variare e sono influenzate da diversi fattori, tra cui cambiamenti nella circolazione atmosferica, eventi meteorologici estremi, o cambiamenti climatici a lungo termine e che possono essere accentuati dalle caratteristiche delle aree urbanizzate creando le cosiddette “isole di calore”. Il problema è che il caldo può avere importanti effetti sulla salute, tra cui anche alterazione dell’umore, deficit di concentrazione e spossatezza.
Il caldo però non ha colpito solo l’Italia e, in un periodo in cui ci si muove molto, lo sapevate che su Wikipedia vengono riportati i viaggi internazionali della Presidente Meloni? Tra il 9 luglio e il 2 agosto, la Presidente è stata a:
Washington per partecipare al Vertice della Nato (9-11 luglio, media temperatura massima di 36°C)
Tripoli per un intervento al Trans-Mediterranean Migration Forum (17 luglio, 31°C)
Woodstock per il vertice della Comunità Politica Europea (18 luglio, 27°C)
Pechino per incontrare il Presidente Xi Jinping (28-31 luglio, 35°C)
Parigi in occasione delle Olimpiadi (1-2 agosto, 30°C)
Considerando che l’aria condizionata viene spesso usata (e anche abusata) durante gli eventi istituzionali, in questa lettera di agosto voglio scrivere qualcosa sul potere. Non a caso è proprio il mese che venne rinominato in onore dell’imperatore Augusto!
Di cosa parliamo quando parliamo di Potere?
Srilatha Batliwala afferma che è importante comprendere il potere in termini di strutture (intese come quelle strutture che assegnano potere, privilegi e diritti ad alcuni e lo negano ad altri) e relazioni (poiché si esprime in tutti i tipi di rapporti sociali).
Secondo Batliwala il potere è la capacità (di individui, gruppi, etc.) di influenzare o decidere chi ottiene cosa, chi fa cosa, chi decide cosa e chi stabilisce il “da farsi” (o l’agenda). Per queste sue caratteristiche il potere opera in tutti gli spazi in cui le persone vivono la propria vita: all’interno del proprio Io, tra i gruppi sociali, tra gli individui o tra le formazioni politiche ed economiche.
Nel tempo si sono classificate diverse forme di potere e, ad esempio, la parola “autoritarismo” vuole denotare un “sistema basato sul potere o l’abuso di questo potere” in quanto chi lo detiene vuole agire senza controllo (al di là dello Stato di diritto e dei principi di legalità), limitando fortemente diritti individuali come la la libertà di parola, di manifestazione e di stampa ma anche reprimendo qualsiasi forma di dissenso. In breve si tratta di un potere che non ammette critiche.
Un’Italia che non ammette critiche: il rapporto sullo stato di diritto della Commissione europea
Il 30 luglio, in un punto stampa tenuto durante la sua visita ufficiale in Cina (dove la temperatura media massima era di circa 35°C), la Presidente Giorgia Meloni ha commentato il contenuto della “Relazione sullo Stato di diritto” pubblicata di recente dalla Commissione europea. Durante il punto stampa ha affermato che gli “accenti critici” verso l’Italia non sono della Commissione europea ma che questa “riportava l’opinione di stakeholder quali il Domani, il Fatto Quotidiano e la Repubblica”. Tralasciando commenti su quanto ha detto la Presidente accusando dei media, ovviamente ci sono diversi errori (cliccando qui potete leggere l’analisi completa di Pagella Politica).
A partire dal 2020, la Commissione infatti valuta il rispetto del cosiddetto “Stato di diritto” nei Paesi UE consultando diversi stakeholder della società civile (tra cui, ad esempio, le diverse realtà che compongono l’associazionismo) ma anche tenendo molte riunioni con diversi attori istituzionali. Dopo questo lungo iter di consultazione, in cui vengono raccolte le diverse voci, la Commissione trae le sue conclusioni e articola il rapporto su quattro temi: 1. sistema giudiziario; 2. norme contro la corruzione; 3. libertà e pluralismo dei mezzi di informazione; 4. altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri.
Lo scorso 24 luglio la Commissione europea ha evidenziato le criticità che riguardano lo spazio civico in Italia, ponendo l’accento sui casi di aggressività verbale nei confronti di organizzazioni impegnate in attività umanitarie e dei casi di violenza segnalati e perpetrati contro chi partecipa a manifestazioni per esprimere il proprio dissenso verso le linee politiche del governo. Come si legge nel rapporto, queste violenze sono spesso perpetrate da polizia nonché da alcuni media ed esponenti politici.
Anche se non si vuole credere a quanto riportato nel rapporto, rimangono però i fatti. Il 9 luglio, a seguito di una mobilitazione di Extinction Rebellion Bologna, un’ attivista è stata costretta a togliersi le scarpe, i vestiti e la biancheria intima per poi piegarsi sotto gli occhi dell’agente che la stava perquisendo in questura. Un nuovo episodio di violenza che ricorda i fatti del G8 di Genova, le cui violenze sono state qualificate dalla Cassazione e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo come tortura. L’ennesimo episodio dopo i fatti di Pisa del 23 febbraio 2024 dove la polizia, munita di manganello, ha pestato gli studenti che si sono mobilitati per la Palestina. E ancora, dopo gli eventi di Roma del 22 dicembre 2023 in cui si sono verificati gravi cariche scontri contro gli studenti che manifestavano a causa del silenzio delle istituzioni sulle problematiche degli studenti.
Non è propriamente un buon clima e le realtà della società civile stanno iniziando a promuovere diverse iniziative per riflettere sul tema del dissenso:
a luglio Extinction Rebellion Bologna ha promosso un’assemblea pubblica contro la repressione
in questi giorni Large Movements APS e diverse realtà della società civile hanno sottoscritto e promosso il documento “L’Italia non è un Paese per i difensori dei diritti umani”
Il potere passa anche attraverso le fake news: le Olimpiadi e il caso Imane Khelif
Le Olimpiadi di Parigi hanno innescato quanto di più la cultura nazional popolare italiana avesse da offrire. Il caso più eclatante è il brevissimo match di pugilato tenutosi tra l’algerina Imane Khelifi e l’italiana Angela Carini. 46 secondi, questo è il tempo che è bastato per generare un dibattito pubblico esplosivo.
Imane Khelif è una donna, nata donna e socializzata donna, proveniente da Tiaret in Algeria e che ha vissuto la sua infanzia e adolescenza in un villaggio rurale della zona. La pugile, classe 1999, è cresciuta in una famiglia di umili origini con un padre saldatore e fabbro. Proprio per il suo essere “donna” ha subito pregiudizi sociali, discriminazioni e atti di violenza (sia fisica che verbale) che le hanno messo davanti diversi ostacoli anche nella pratica sportiva. Da ragazza la sua comunità l’ha esclusa dal calcio, mentre il padre non voleva che si affacciasse al modo della boxe proprio perché “non erano robe da donne”.
Eppure la maggioranza di governo italiana, anche in sede istituzionale, aveva deciso che Imane è “nata uomo” (deputato della Lega Rossano Sasso), “trans” (Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini), “con caratteristiche genetiche maschili” (la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni). Anche Donald Trump, durante la corsa presidenziale, ha parlato del caso in occasione di un suo comizio ad Atlanta dicendo “un campionessa italiana si è scontrata sul ring con una persona che ha fatto la transizione, un bravo pugile uomo”.
Tutto ciò nascerebbe dall’esclusione della Khelif dai Mondiali 2023 dall’IBA (International Boxing Association) dopo un test del DNA che avrebbe rilevato, secondo quanto si dice, la “presenza di cromosomi XY”. Nei verbali della riunione del consiglio di amministrazione dell’IBA del 25 marzo 2023 però non è specificato quale sia il vero motivo dell’esclusione dell’atleta, si parla di test eseguiti in laboratori indipendenti i cui dettagli rimangono riservati.
Inoltre, non risulta alcun documento che attesti che Imane Khelif sia una persona transgender, tra l’altro sarebbe illegale e non tollerata nel suo paese. Non è infatti possibile secondo le leggi algerine identificarsi in un genere non conforme al sesso indicato al momento della nascita e neanche sottoporsi a interventi chirurgici per modificare i caratteri sessuali responsabili della discordanza tra identità di genere e sesso.
Se effettivamente fosse confermata la presenza di cromosomi XY, Imane Khelif potrebbe essere una persona intersessuale, ossia con caratteristiche sia femminili che maschili, e questo potrebbe giustificare la presenza di un livello maggiore di testosterone. Ma anche su questo, in realtà, non ci sono delle conferme.
Anzi, ricordando che anche nelle donne è presente il testosterone, un maggiore livello di questo ormone può essere causato da diversi motivi: ad esempio una delle cause più comuni dell’aumento del testosterone nelle donne è la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). Questa condizione endocrina è caratterizzata da uno squilibrio ormonale che può portare a livelli elevati di testosterone e altri androgeni.
Il caso Imane Khelif - Angela Carini mi fatto venire in mente alcuni ricordi. Qualche anno fa, era il 2018, ho avuto la fortuna di essere invitato a Padova per parlare di Fake News al CeRebration Fest in un panel intitolato “World Wild Web”. Si è trattato del mio primo intervento in pubblico e fu anche la prima volta che ascoltai La MUNICIPàL (per chi non li conosce, sono un “duo musicale”).
In quell’anno mi improvvisavo come blogger indipendente (non è che è cambiato molto mi sa) e avevo una pagina che si chiamava “Umanità sostenibile”. Si è trattato di una sorta di “beta test” da cui poi è nato il progetto, ora associazione di attiviste e attivisti, Large Movements APS.
Ritiro fuori questa storia perché proprio in quel periodo ho pubblicato un articolo a cui sono un pò affezionato ma che (sob) non potete più trovare online. In quel progetto sperimentavo molto e, stimolato dalla Serie TV Legion, scrissi un articolo sul Panico Morale per commentare la nascita del Governo Gialloverde e il suo famosissimo contratto di governo prima che crollasse sotto “i nomi e i cognomi”.
Il Panico morale si basa sostanzialmente su un “ansia pubblica” o “allarme” che nasce in risposta a una minaccia che è solo percepita (non è reale!). Questa ansia viene trasmessa da persona a persona, come un passaparola, e viene però amplificata da forze culturali come ad esempio i mass media, i social media o anche leader pubblici o influencer. In questo modo la preoccupazione irrazionale, istintiva e vaga, viene trasformata in una paura razionalizzata che viene indirizzata verso qualcosa di concreto o controllabile. In altre parole viene reso reale e una volta tale le persone hanno un bersaglio, qualcosa contro cui scagliarsi e coinvolgere una risposta spesso eccessiva e violenta. Vi ricorda qualcosa la caccia alle streghe?
Ora, è indubbio che, dopo diverse crisi nel giro di neanche venti anni e scarse prospettive sul futuro, l’insicurezza è la sensazione preponderante all’interno della nostra società. Come scrivevo sei anni fa, nello specifico si sente la mancanza di sicurezza esistenziale (legata alla volatilità del nostro sistema economico e alla paura di perdere il lavoro), di sicurezza cognitiva (connessa alla crescente perdita di fiducia nelle istituzioni) e di sicurezza personale (l’incolumità del corpo, della famiglia e dei beni personali). Questi tre aspetti dell’insicurezza sono correlati fra loro ma le ansie generate dalle prime due, poiché impossibili da affrontare in prima persona e che dovrebbero risolte dalle o con istituzioni, si riversano sulla terza.
Così l’elemento su cui fare leva nelle campagne elettorali, ma in generale attraverso i media, e che parla direttamente ai problemi sentiti più vicini, è proprio quello dedicato alla sicurezza personale. Questo lo scrivevo nel 2018 quando il tema principale delle campagne elettorali era contro le persone con background migratorio, ma vi ricordano nulla le ultime campagne elettorali europee in cui Salvini prometteva di difendere le nostre auto?
Questo ragionamento si può estendere a tanti altri temi. Per esempio Vannacci ha scritto il suo “Mondo al contrario” dichiarando di voler abbattere la “cultura woke” ma si potrebbe dire che sta mettendo in pratica proprio il meccanismo che nutre il Panico Morale. A mio parere è proprio per questo motivo che le Fake News fanno tanto leva: al di là del nostro insaziabile istinto al pettegolezzo le Fake News colpiscono aspetti emotivi che interessano la sfera personale come la famiglia, il corpo o i beni personali ma nello stesso momento legittimano e rafforzano la posizione di qualcuno (ovviamente a danno di qualcun altro).
Pensate che nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 l’estrema destra innescò il “Pizzagate”: Bill e Hillary Clinton venivano accusati di trafficare esseri umani e abusare dei minori attraverso un circuito di pizzerie americane. Anche in questo caso si tocca qualcosa di emotivamente caldo, si fa riferimento ai “corpi” e lo si può riportare alla sfera della famiglia (o qualcosa che potrebbe accadere dentro una famiglia).
Per meglio spiegare cosa si intende con “panico morale” pensate al fatto che, nel commentare il caso Imane Khelif, c’è un lungo e sottile filo rosso che collega Vladimir Putin a Maddalena Corvaglia:
Quella che vede Imane Khelif “essere uomo” sembra essere proprio una Fake News e ne ha anche le caratteristiche che l’accomuna a tante altre che abbiamo visto negli anni. La politica, e successivamente l’opinione pubblica, ha deciso per lei: ha usato il proprio potere per decidere che “una donna” è “un uomo”.
Quando andavo al liceo ho avuto un periodo un pò esistenzialista ed ero rimasto colpito dalla frase di Sartre “l’inferno sono gli altri”. Mentre scrivevo questa lettera mi veniva costantemente alla memoria questa frase che vuole condensare in poche parole la guerra costante tra ognuno di noi e gli altri per far prevalere il proprio punto di vista rappresenta l'inferno delle libertà contrapposte. Nell’opera teatrale “A porte chiuse” è molto forte l’immagine dello “sguardo” in quanto ognuno di noi viene racchiuso negli occhi e nel giudizio dell’altro che lo guarda ma così facendo lo sguardo cerca di annullare il reale per imporre il proprio significato personale. Si tratta di un atto di potere che ognuno di noi compie sull’altro e nel relazionarsi con l’altro.
Nel caso di Imane Khelif, questo atto di potere viene consolidato attraverso una razializzazione del suo corpo che non la vede conforme agli standard occidentali e ai canoni di “femminilità” prescritti. Un atto di potere esercitato però da persone che hanno una grande influenza e che riescono a politicizzare il caso a proprio vantaggio. Imane infatti ha una lunga storia di lotte e match persi ma questa “condizione” è stata sollevata solo dopo che lei ha vinto contro Azalia Amineva, avversaria russa fino ad allora imbattuta, secondo quanto ricostruito dall’agenzia di stampa Associated Press.
Al centro del dibattito e del caso Khelif vi è lo scontro tra il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e l’IBA. Da tempo l’IBA ha perso credibilità per la sua mancanza di trasparenza sotto la guida del russo Umar Kremlev e per i forti legami con la criminalità russa e con Vladimir Putin, suo conoscente personale. Kremlev ha introdotto Gazprom, la compagnia petrolifera di stato russa, come principale sponsor dell’organizzazione e ha trasferito gran parte delle operazioni dell’IBA in Russia dalla fine del 2020. Ciò sarebbe alla base della rottura tra i due enti. Ah, prima che mi dimentichi: Imane partecipa alle Olimpiadi 2024 perché il CIO ha fatto a lei, come a ogni altro atleta, dei test ormonali che validano l'idoneità a partecipare alla manifestazione nella categoria di riferimento, che per lei è la boxe femminile. Infatti, il livello di testosterone di Imane rientra nei parametri richiesti.
Al termine di questa lettera non mi resta che dire che, comunque, si tratta di un caso complesso con delle sfumature ancora non ben delineate. Inoltre, proprio nelle ultime ore, Azalia Amineva ha recentemente lanciato sui suoi canali social una provocazione a Imane Khelif, ricordandole il loro incontro del 2023 (“Ricordi come ti ho messo KO nel 2023?) e affermando che le Olimpiadi senza la Russia sono differenti.
L’unica cosa certa è che i nomi che ruotano intorno a questa vicenda sono ricorrenti e camminano spesso insieme: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Donald Trump e Vladimir Putin. Occorrerebbe capire quale è il nesso tra questi motivi e perché ognuno si è scomodato a commentare un match di pugilato. Forse qualcuno ha utilizzato il proprio potere ai danni di Imane attraverso una Fake News per rafforzare il proprio schieramento, oppure è solamente colpa del caldo.
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