Il Trump-l'œil o “l’arte di illudere le masse”
Il candidato repubblicano è un patriota dei gattini o il prossimo Houdini?
Ciao, sono Rainer!
sono seduto sul treno mentre scrivo questa lettera, accanto a me le persone stanno prendendo posto e sistemando i bagagli. Stanno arrivano piano piano a scaglioni perché come me hanno dovuto oltrepassare tutto il binario per arrivare ai confini della stazione di Milano Centrale e salire sulla carrozza 10.
In molti arriveranno fino a Taranto mentre io nei prossimi giorni sarò a Bologna, dove fino al 15 settembre si terrà il Festival della Partecipazione. Se leggi in tempo, ti consiglio di dare una sbirciata al programma perché penso che molti degli eventi potrebbero sicuramente interessarti.
Proprio il 15 settembre, inoltre, a livello mondiale si celebra la “giornata della democrazia” e mentre scorrevo le mie bacheche social mi è passata inosservata l’ultima notizia che riguarda gli Stati Uniti.
Infatti, ogni 4 anni le nazioni che ruotano vicino al 45° parallelo nord vengono rapite dalla sindrome di Stendhal dinanzi allo spettacolo delle elezioni statunitensi. Numerosi commentatori esaltano gli Stati Uniti come modello di “democrazia” ogni volta che si accendono le sfavillanti luminarie e il circo inizia i propri spettacoli. Ma perché?
Ovviamente per il più grande spettacolo mondiale di disinformazione e Fake News!
Nelle ultime gite fuori porta della domenica ho visitato alcuni dei castelli che si erigono in nord italia e sono rimasto affascinato dalla presenza costante del “trompe-l'œil”, una tecnica pittorica che, attraverso espedienti, induce nell'osservatore l'illusione di guardare oggetti reali mentre fa sparire la parete su cui è dipinto. Leggendo l’ultima le notizie mi è venuta in mente questa immagine e ho pensato che, allo stesso modo, le “informazioni” sono sempre più in grado di formare la realtà in cui viviamo.
Il Mago Donald Trump, durante il dibattito più importante della campagna, si è infatti ritrovato a rilanciare un piano cannibalistico immaginato da un’intera popolazione di “immigrati” ai danni dei gattini del suo Paese.
Un caso? una svista? Non penso proprio…
La comunicazione di Trump, anche se personalmente non posso fare a meno di sentire fisicamente una sensazione di disagio, è da sempre attenta ai contenuti generati dagli utenti (quella che in gergo internettiano si chiamano user-generated content o UGC) sopratutto se proveniente dai propri elettori o degli stati di riferimento. Si potrebbe anche dire che Trump è particolarmente attento alla propria community social molto più di Chiara Ferragni.
Il migliore illusionista degli Stati Uniti in diretta nazionale ha infatti rilanciato un post facebook di un uomo dell’Ohio che a sua volta era stata ripresa dall’account X poco affidabile Calvin Coolidge project, il quale accompagnava la notizia con la foto di un presunto “immigrato haitiano” con un’anatra morta in mano. Da lì si è scatenato un passaparola online tra la destra americana, mentre ognuno aggiungeva un dettaglio o storpiava il post iniziale. Questo passaparola è però stato alimentato anche dal senatore Vance, republicano dell’Ohio in corsa per la vicepresidenza, e niente di meno che da Elon Musk. Questo tassello finale ha quindi dato vita all’ultima fase del circo mediatico: diversi sostenitori online hanno iniziato a postare immagini create con l’AI che raffigurano Trump come il salvatore di gattini.
Francesco Oggiano, nella newsletter “Digital Journalism”, ha commentato l’accaduto dicendo:
La storia racchiude 2 ingredienti sempiterni delle storie su internet:
gli immigrati, mediamente presentati come persone protagonisti di reati odiosi
i gattini, mediamente presentati come i protagonisti più pucciosi della storia dell’internèt.
Il mix è micidiale e politicamente d’impatto.
In altre parole, sono stati utilizzati due estremi primoridiali dei social “il male” per la destra del Paese e “il bene puccioso” dell’internet (i gattini che vanno sempre virali). L’efficacia di questa storia però sta proprio nel suo radicamento in un argomento molto caldo nel dibattito politico americano.
Nel 2021, poco dopo l’insediamento di Biden, gli Stati Uniti hanno assistito a crescenti flussi migratori provenienti dai Paesi latinoamericani caduti in una profonda crisi in seguito alla Pandemia. Ovviamente i repubblicani non hanno esitato a dare la colpa alle politiche migratorie dell’amministrazione Biden e il dibattito si è riacceso questa estate quando 300.000 migranti provenienti da Haiti hanno ricevuto lo status di rifugiati (20.000 di questi sono arrivati a Springfield, sempre nell’Ohio di Vance).
Forse è un trucchetto del nostro Mago Trump, in linea con una strategia comunicativa ben strutturata volta a consolidare la propria community, o forse stiamo speculando? Lascio a te la risposta a questa domanda ma, stimolato da questa storia, ho provato a ricostruire in 5 punti il rapporto tra le Fake News di Donald e la Crisi climatica.
Basta tergiversare, ecco l’”How To make a bullshit real” [Climate Change edition] pronto all’uso:
1. Usa cifre incredibilmente imprecise per minimizzare la minaccia della Crisi climatica
Per iniziare alla grande prendi un numero e rendilo ancora più piccolo, di un ottavo o anche di un centesimo. Poi se vuoi esagerare allunga il lasso di tempo entro cui questo numero dovrebbe realizzarsi ed aggiungi un pizzico di “benaltrismo”
Trump ha sostenuto che il rischio di guerra nucleare è un problema molto più importante. Come non dargli torto, potrebbe essere lui a ispirare il prossimo capitolo di Fallout (non è che lavori in Bethesda?). Come se non bastasse ha rincarato la dose dicendo che l’oceano si innalzerà di 2,5 cm nei prossimi 300 anni e che le calotte polari si stanno ingrandendo.
Ecco… non è proprio così…
La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) afferma che globalmente il livello del mare si innalza di 2,5 cm ogni anno (non in 300!) e lungo la costa degli Stati uniti, l'innalzamento dovrebbe essere in media tra i 25 e i 30 cm tra il 2020 e il 2050. A ciò si aggiunge che nel 2017 sono stati raggiunti i minimi storici per quanto riguarda il massimo invernale annuale dell'estensione del ghiaccio marino artico, mentre il 2024 sta seguendo il trend negativo del 2012 (il peggiore dall’inizio delle misurazioni satellitari nel 1979).
2. Scherza sulle conseguenze degli impatti dei cambiamenti climatici
Dopo aver detto la c***zata, racconta i “benefici” dei cambiamenti climatici. Trump, in una conferenza dei repubblicani, ha infatti affermato che “Il cambiamento climatico vi darà un po' più di proprietà sul mare”.
Anche qui, stiamo attenti…
L'innalzamento del livello del mare avrà conseguenze devastanti non solo per chi è in riva al mare, ma anche per le aree più interne che verranno impattate dall’aumento della frequenza e la portata delle inondazioni e uragani.
3. Affidati ai negazionisti come unica fonte di informazione
Sei a corto di idee? Non preoccuparti, sii il procione del web e nutriti della migliore spazzatura in circolazione. La spazzatura deve essere la tua unica via!
In diverse interviste Trump ha affermato che il termine “cambiamento climatico” sia stato introdotto solo di recente perché la Terra sta “diventando troppo fredda e che non si poteva parlare di riscaldamento globale”. Inoltre ha aggiunto che a Ginevra gli scienziati per il clima si sono scambiati e-mail orribili.
Già lo sai…
Il termine “cambiamento climatico” e le sue varianti sono state utilizzate per più di mezzo secolo, come ad esempio in un articolo della rivista “Weather” dal titolo “Can Carbon Dioxide Influence Climate?” nell'ottobre 1949. Proprio negli Stati Uniti, il Consiglio Nazionale delle Ricerche della National Accademy pubblicò nel 1975 un rapporto sulla “comprensione dei cambiamenti climatici”. Senza contare che la temperatura media del pianeta è aumentata (non diminuita), un rapporto pubblicato nel 2005 dalla National Academy afferma che questa espressione aiuta a comunicare che ci sono diversi cambiamenti oltre all'aumento delle temperature anche a seconda della collocazione geografica.
Il riferimento di Trump alle “orribili e-mail” era un tentativo di richiamare la propaganda diffusa dai negazionisti sull'hackeraggio della Climatic Research Unit dell'Università dell'East Anglia. A proposito ci sono state ben 9 indagini indipendenti da parte dell'Independent Climate Change Email Review, del gruppo internazionale istituito dall'Università dell'East Anglia per esaminare le ricerche della Climatic Research Unit, della House of Commons Select Committee on Science and Technology, della Pennsylvania State University, dell' Agenzia per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti, dell' Inspector General del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti e della National Science Foundation degli Stati Uniti ma nessuna ha dimostrato una cattiva condotta.
4. Scredita gli accordi internazionali sul Clima
Loro dicono che l’IPCC è la principale fonte di dati e punto di riferimento? Perché non screditarli direttamente?
Ad esempio, Trump ha più volte affermato che l’Accordo di Parigi è un “pessimo affare” e “ingiusto” per gli Stati Uniti. Anzi durante il suo primo mandato presidenziale nel 2019 ha ritirato il Paese dall’Accordo d (scelta poi annullata nel 2021 da Biden).
Monello… ma senza motivo
L'Accordo non impegna gli Stati Uniti ad alcuna azione specifica e chiede un “contributo nazionale” che viene determinato dallo stesso Governo con possibilità di rivedere questi “piani su base volontaria” ogni due anni.
5. Fatti amici potenti (magari miliardari)
Per concludere in bellezza, mentre di dimostri il paladino delle classi più in difficoltà, assicurati di avere amici che contano e che possono sostenere quello che affermi (non vorrai mica essere preso come l’unico folle del villaggio?)
Recentemente Elon Musk ha affermato che "Non raggiungeremo mai Marte se Kamala vince" e ha poi preso in giro Taylor Swift per il suo appoggio alla Harris. Ciò non sorprenderebbe dato che Trump sembrerebbe avergli promesso un incarico governativo. Il proprietario di X è un player fondamentale se si pensa al fatto che nell’era dei social vige la regola: “free speech is not free reach”. Inoltre, sempre lui, è l’artefice dell’IA Grok che è in grado di generare immagini sintetiche a partire da comandi testuali quasi completamente senza censure. Uno strumento con cui molti sostenitori hanno generato immagini e meme a supporto di Trump come l’immagine iperrealistica in cui accarezza la pancia di una donna incinta (che ricorda vagamente Kamala Harris) o le immagini con Obama che fa uso di droghe.
Un aspetto non da poco se si pensa al fatto che lo stesso Trump ha commentato una foto che mostra una folla in attesa dell’aeroplano della Harris dicendo che si trattava di un falso creata con l’IA e che all’aeroporto non c’era nessuno.
Extra: Fai apparire una birra, se vuoi
Per celebrare questo lavoretto puoi sempre chiedere al vecchio mago Donald di far apparire una birra. D’altronde sta creando la propria realtà attraverso una narrazione che poggia direttamente sull’opinioni e le percezioni dei propri sostenitori. Non importa che sia reale, importa che ci siano persone che ci credano. In breve:
“tutti possiamo essere la fake news di qualcun altro”.
La tragicommedia degli scorsi giorni comunque era già stata annunciata: l’11 gennaio 2017 Trump, allora presidente degli Stati Uniti, rispose a una domanda di un giornalista della CNN dicendo, letteralmente
“I’m not going to give you a question. You are fake news”