L’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna
Quando con la democrazia deliberativa le cittadine e i cittadini di Bologna hanno affrontato la crisi climatica
Tra le cose importanti che accadono in Italia ma di cui non si parla molto vi è l’assemblea cittadina di Bologna che nel 2023 ha selezionato 100 persone per affrontare la crisi climatica.
Si tratta dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna, una delle prime esperienze in Italia che si basa sui principi della democrazia deliberativa, con cui il Comune ha coinvolto cittadine e cittadini per riflettere sulla mitigazione e sull’adattamento ai cambiamenti climatici con un occhio agli strumenti normativi.
L’assemblea cittadina di Bologna rientra nei casi delle assemblee deliberative per il clima, un metodo che vede un campione di persone rappresentativo di un territorio o comunità che viene chiamato a discutere e valutare questioni sociali o politiche con lo scopo di formulare raccomandazioni e proposte ai decisori politici.
Vuoi sapere di più sull’assemblea cittadina di Bologna? Questa è la lettera giusta per te, nel 2023 ho avuto la fortuna di osservare gli incontri e ti voglio raccontare il processo deliberativo di Bologna.
Che cosa è l’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna?
L’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è un processo deliberativo istituito dal Comune di Bologna che ha visto il coinvolgimento di 100 cittadini e cittadine con lo scopo di andare a formare un “mini-pubblico”, ossia un campione rappresentativo della città secondo determinati criteri (come ad esempio l’età, il genere o il municipio di provenienza).
Le e i partecipanti all’assemblea cittadina di Bologna hanno avuto il compito di elaborare raccomandazioni e proposte sulla base di tre distinti quesiti che costituivano il mandato assembleare:
Come promuovere una transizione energetica della città a partire dai settori ad emissioni climalteranti più impattanti, garantendo allo stesso tempo il principio di equità e giustizia climatica e contrastando i fenomeni di povertà e marginalizzazione?
Come le istituzioni e le/i cittadini possono affrontare e contenere i principali rischi climatici della città (isole di calore, eventi meteorologici estremi, alluvioni, siccità, ecc.)?
Quali sono eventuali ostacoli riscontrati nelle norme, nei servizi e nei regolamenti di competenza comunale al raggiungimento di questi obiettivi e possibili miglioramenti e innovazioni?
Come è nata l’assemblea cittadina di Bologna per il clima
L’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è nata sull’onda delle mobilitazioni dei movimenti e delle realtà ambientaliste della città che hanno portato avanti azioni di pressione, sensibilizzazione e scioperi della fame a cui nel 2019 ha fatto seguito la dichiarazione di emergenza climatica dove sono stati indicati i principi della democrazia deliberativa e partecipativa per affrontarla, ad esempio, attraverso l’indizione di assemblee dei cittadini.
La tappa successiva ha visto un percorso di co-progettazione (il progetto “Un clima di partecipazione”) e negoziazione con vari attori istituzionali, economici e sociali che ha portato nel 2021 alla revisione dello Statuto comunale e all’adozione del Regolamento “sui diritti di partecipazione e informazione dei cittadini”, con l’obiettivo di rendere strutturali il metodo deliberativo dell’assemblea cittadina. Su queste basi nel 2023 è stata avviata l’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna.
Come funziona l’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna
L’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna ha selezionato 100 partecipanti e li ha coinvolti in un processo suddiviso in quattro fasi:
Informazione e acquisizione delle conoscenze
Ascolto degli stakeholder (portatori e portatrici d’interesse)
Deliberazione e costruzione delle proposte
Decisione
Nel maggio 2023 sono partiti i lavori dell’assemblea cittadina di Bologna. Inizialmente previsto per il 15 maggio, il primo incontro si è svolto il 29 dello stesso mese a causa delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna quell’anno. In totale il processo deliberativo è durato 9 incontri tra maggio e novembre, con una pausa estiva nel mezzo. Il funzionamento di tutta l’assemblea cittadina di Bologna è stato sostenuto da tre organismi di governance:
il Comitato di Coordinamento con il compito di progettazione, organizzazione, selezione delle e dei partecipanti, logistica, facilitazione di processo e comunicazione esterna;
il Comitato di Supporto, nominato dal Consiglio comunale, con il compito di individuare le e gli esperti tematici per supportare l’Assemblea, definire le modalità ed i criteri di interazione tra la stessa e i soggetti portatori di interessi;
il Comitato di Garanzia, composto da esperte ed esperti in processi di partecipazione, con il compito di garantire la corretta applicazione metodologica dell’assemblea cittadina.
Al termine del processo deliberativo è stato costituito il Comitato di Monitoraggio, composto da una rappresentanza delle persone che hanno partecipato all’assemblea cittadina di Bologna, eletta dal resto delle e dei partecipanti, con il compito di seguire l’attuazione degli esiti del percorso.
Come è stato selezionato chi ha partecipato all’assemblea cittadina
La selezione delle e dei partecipanti all’assemblea cittadina di Bologna aveva l’obiettivo di coinvolgere 100 partecipanti, di cui:
80 residenti nel comune di Bologna;
10 studentesse e studenti all’università fuori sede;
10 abbonate e abbonati al trasporto pubblico in rappresentanza dei city user.
Il campionamento delle e dei residenti ha seguito come criteri il quartiere, la nazionalità (italiana e non italiana), genere ed età.
L’invito a partecipare all’Assemblea cittadina di Bologna è stato mandato tramite lettera a 880 persone sorteggiate residenti nel territorio comunale, a cui hanno seguito altri 458 inviti dopo due settimane. L’Università di Bologna ha sorteggiato 300 tra le e gli studenti fuori sede. Per quanto riguarda le e i non residenti nel territorio comunale, Trasporto Passeggeri Emilia Romagna (TPER) ha inviato una newsletter via email a più di 10.000 persone non residenti a Bologna, in cui è stato chiesto l’interesse ad essere sorteggiate per partecipare ai lavori dell’Assemblea cittadina di Bologna.
L’invito per partecipare all’assemblea cittadina era costituito da una cartolina, una lettera del sindaco per la persona sorteggiata, una brochure informativa con un link alle domande frequenti sul sito Bologna Partecipa, il modulo di adesione cartaceo e un QR code per aderire online tramite il Sistema pubblico d’identità digitale (SPID).
Informazione e apprendimento sulla crisi climatica
I primi due incontri dell’assemblea cittadina di Bologna sono stati dedicati alle presentazioni di esperte ed esperti, tecnici del comune e docenti universitari specializzati sui temi della crisi climatica, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, l’edilizia, l’agricoltura urbana, la giustizia climatica e la mobilità.
Le sessioni frontali sono state completate da sessioni di domande e risposte, tavoli di lavoro e approfondimenti online audio e scritti a cui si è aggiunto un dossier di approfondimento tematico. I materiali non sempre sono stati condivisi tempestivamente e in modo accessibile.
L’ascolto dei portatori e delle portatrici d’interesse nell’assemblea cittadina
La fase di ascolto degli stakeholder si è svolta durante il terzo e quarto incontro dell’assemblea cittadina di Bologna con l’idea di permettere alle e ai partecipanti di acquisire elementi conoscitivi da soggetti portatori di interessi collettivi o di categoria.
Gli stakeholder sono stati coinvolti attraverso una manifestazione di interesse pubblicata per 10 giorni a cui hanno aderito 28 soggetti, oltre 4 attori istituzionali selezionati direttamente dagli organizzatori.
Le e i partecipanti all’’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna hanno potuto esprimere 7 preferenze tramite un sondaggio con lo scopo di scegliere i 14 stakeholder che avrebbero poi avuto l’opportunità di intervenire davanti all’assemblea cittadina. In nessun caso è stata permessa l’interazione diretta tra partecipanti e stakeholder perché i comitati hanno preferito evitare conflitti o tensioni.
Alla sessione di ascolto dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna sono intervenuti attori molto diversi tra loro come attori economici rilevanti, campagne di advocacy, sindacati, associazioni, ordini professionali e start-up.
Complessivamente gli interventi hanno interessato diversi settori dei cambiamenti climatici, con una sovra-rappresentazione del tema mobilità, seguita da energia, adattamento ai cambiamenti climatici, edifici, agricoltura e sistemi alimentari.
Dialogo e deliberazione dell’assemblea cittadina di Bologna
Come ogni assemblea deliberativa, anche l’assemblea cittadina di Bologna ha affrontato il famigerato “dilemma del porcospino” per mettere cittadine e cittadini, ognuno col proprio punto di vista, nella condizione di collaborare e contribuire nella ricerca di soluzioni alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Per questo il comitato di coordinamento e il team di facilitazione hanno dedicato grande attenzione alla qualità del dialogo e della deliberazione determinando gli spazi e i tempi di interazione tra le e i partecipanti.
La fase deliberativa dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna si svolta tra il quinto e l’ottavo incontro utilizzando diverse metodologie. Ad esempio durante il quinto incontro si è utilizzato l’Open Space Technology (OST) per far emergere i temi dalle e dai partecipanti stessi, evitando così imposizioni da parte degli organizzatori.
Dal sesto incontro in poi, è stata coinvolta Sociolab, un’impresa sociale specializzata in facilitazione, che ha supportato l’interazione tra partecipanti nella fase deliberativa. Sono stati costituiti tavoli di lavoro tematici che hanno lavorato in parallelo durante gli incontri successivi. I gruppi hanno elaborato progressivamente proposte e raccomandazioni, con momenti di restituzione in plenaria e rielaborazione nei sottogruppi.
Il clima dialogico nell’assemblea cittadina di Bologna è stato generalmente positivo secondo le e i partecipanti. Tuttavia la maggior parte ha rilevato che alcune persone hanno dominato la conversazione più di altre, fenomeno osservato soprattutto nei gruppi più numerosi, tra le 15 e le 16 persone.
Uno degli aspetti curiosi di cui ci siamo accorti durante l’osservazione dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è che le persone partecipanti hanno generalmente argomentato le proprie posizioni immaginando conseguenze pratiche delle proposte e valutandone vantaggi e svantaggi, piuttosto che schierandosi ideologicamente. Inoltre è emersa frequentemente l’attenzione dei partecipanti ai punti di vista di persone anziane, con disabilità, in condizioni di povertà o abitanti della periferia con lo scopo di affrontare le disuguaglianze sociali.
Durante questa fase le e i partecipanti sono arrivati all’elaborazione delle proposte grazie all’aiuto del team di facilitazione. Prima di passare al momento della votazione, i partecipanti hanno svolto delle sessioni di feedback & review per rendere più collettivo il lavoro dell’assemblea cittadina di Bologna e superare la maggioranza qualificata.
La fase decisionale e gli esiti dell’assemblea cittadina
L’ultimo incontro dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è stato dedicato alla votazione delle proposte finalizzate nel corso degli incontri precedenti. L’approvazione delle proposte e delle raccomandazioni di regola segue il metodo del consenso laddove possibile, ossia senza voti contrari, e per maggioranza qualificata. Il processo di voto dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è stato però valutato in grossa parte confusionario, con alcune criticità procedurali.
Le cittadine e i cittadini dell’assemblea cittadine di Bologna hanno elaborato sei raccomandazioni articolate in ventiquattro proposte e centoventisei azioni (il 16% riguarda la mitigazione, il 52% l’adattamento, l’11% gli strumenti amministrativi e il 21 % la sensibilizzazione e partecipazione civica).
Cosa è accaduto agli esiti dell’assemblea cittadina di Bologna?
Il 26 febbraio 2024 il Consiglio comunale ha formalmente approvato tutte le proposte dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna; la maggior parte con riserve legate o alla necessità di uno studio di fattibilità o alla competenza in materia dell’amministrazione secondo le norme vigenti.
Prima di arrivare a questo punto, le raccomandazioni dell’assemblea cittadina di Bologna sono state raccolte in un dossier che è stato trasmesso al Consiglio comunale. Il processo è stato accompagnato da un Comitato di monitoraggio, composto dalle e dai partecipanti dell’assemblea, che ha consegnato formalmente le proposte al sindaco Lepore e seguito l’iter di approvazione presenziando alle commissioni consiliari, anche rispondendo alle domande dei politici.
Con l’atto di delibera (DC/13/2024) il comune di Bologna ha dato impulso agli organi competenti di inserire le proposte dell’assemblea cittadina nel ciclo di programmazione del comune attraverso diversi strumenti amministrativi. Inoltre, le proposte sono state inserite quale parte integrante di un Contratto climatico della città, un patto sottoscritto da soggetti pubblici e privati, promosso nell’ambito della più ampia Missione Clima che si prefigge come obiettivo quello di arrivare alla neutralità climatica nel 2030.
La valutazione dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna
Come nel caso dell’Assemblea Permanente dei Cittadini sul Clima di Milano, ho avuto la fortuna di far parte del team di monitoraggio e valutazione composto da ActionAid Italia, Extinction Rebellion Bologna e l’Osservatorio italiano delle Assemblee cittadine.
La valutazione indipendente dell’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è contenuta nel rapporto elaborato grazie alle osservazioni, ai questionari e all’analisi dei documenti. Complessivamente si può dire che si è trattata di un’esperienza positiva che, naturalmente, ha delle aree di miglioramento.
L’Assemblea Cittadina per il clima di Bologna è stata una promettente esperienza di democrazia deliberativa e innovazione democratica, anche se il mandato è risultato decisamente troppo ampio in relazione al tempo e alle risorse disponibili.
L’esperimento di democrazia deliberativa a Bologna si può dire riuscito per quanto riguarda il reclutamento (corretto dal punto di vista socio-demografico ma meno dal punto di vista della pluralità di opinioni), le sessioni di facilitazioni efficaci, l’alto gradimento tra le e i partecipanti, il miglioramento delle conoscenze sui cambiamenti climatici e la ricezione delle proposte da parte del Comune di Bologna.
Oltre che sull’ampiezza del mandato, una futura assemblea cittadina di Bologna dovrà migliorare sugli aspetti di squilibrio informativo, le tempistiche di condivisione dei materiali, la partecipazione di persone con opinioni diverse rispetto al mandato, a mancanza di strumenti di monitoraggio trasparenti sull’attuazione delle raccomandazioni, la comunicazione esterna e la gestione della votazione finale.
E tu cosa ne pensi? Le assemblee cittadine possono aiutare a superare il dilemma del porcospino e a co-costruire il nostro futuro? Ovviamente se hai domande o curiosità ti aspetto nella sezione commenti :)
Questa lettera è uno spazio per riflettere insieme sulla crisi climatica per andare oltre all’incomunicabilità con cui viviamo queste sfide. Quindi certamente ti leggo e ho cura di ogni tua interazione: scrivimi, commenta, condividi o lascia un cuoricino. Costruiamo insieme la community di Lettere nella crisi climatica.






